Il 9 ottobre il Prof. Stanisław Grygiel ha ricevuto a Varsavia il premio “Totus Tuus” per la diffusione dell’insegnamento di san Giovanni Paolo II. Si tratta del più importante premio cattolico in Polonia, detto anche il Nobel cattolico. Viene conferito dalla Fondazione “Opere per il Nuovo Millennio” della Conferenza Episcopale Polacca. Sull’occasione pronunciò il discorso riprodotto qui.
Ringrazio per il premio Totus Tuus i fondatori dell’Opera del Millennio, ma ringrazio anche san Giovanni Paolo II, che mi ha permesso di vivere nella sua casa spirituale e di trasmettere agli altri ciò che in essa ricevo. Vi prego, per favore, di accettare da me due pensieri venuti alla luce in questa spirituale dimora. Mi sembrano urgenti nella situazione in cui viviamo oggi.
San Giovanni Paolo II è rimasto con noi come “segno di contradizione” che indica l’Areopago ateniese e il Golgota di Gerusalemme. Sull’Areopago san Giovanni Paolo II ha imparato a porre domande sulla Verità, che non è una delle tante verità, e sul Bene, che non è uno dei tanti beni. Sul Golgota di Gerusalemme, sotto la croce dove si è rivelata la pienezza della verità dell’uomo, egli ha compreso il Principio e la Fine dell’amore che l’uomo desidera diventare. La storia di questo amore inizia con l’atto di creare l’uomo maschio e femmina “fino ad ora” (Gv 5,17) da parte di Dio che è Amore. Il dono dell’amore che li unisce in “una sola carne” (Gen 2,24) ha mostrato a san Giovanni Paolo II la verità del matrimonio, della famiglia e della nazione, e questa stessa verità come il bene comune e il comune dovere.
San Giovanni Paolo II definisce la negazione del bene comune e del dovere comune un errore antropologico. Questo errore consiste nel rifiutare non solo Dio, ma anche le opere della Sua opera creatrice: l’universo e l’uomo. Permette alle persone di agire come se fossero dei. Il liberalismo e il principio marxista che oggi gli si accoppia, secondo cui la prassi decide cosa è bene e cosa è male, suscitano nelle strade un grido volgare dei loro seguaci, che offende la dignità umana e ne soffoca la ragione e la fede rivolte al “centro dell’universo e storia” (Redemptor hominis, 1). La bellezza del cielo e la voce della coscienza svaniscono.
Sull’Areopago e sul Golgota sorgono anche le sorgenti di questo grande evento spirituale che è l’Europa. Ponendo la domanda sull’uomo, san Giovanni Paolo II chiese anche su di essa. Ogni evento spirituale si realizza infatti nella persona. Così il Santo Papa ha chiesto ai governanti dell’Unione Europea di non staccarla dalle Origini dell’Europa. Come risposta ricevette la menzogna che annunziava l’apostasia di Bruxelles sia dall’Areopago che dal Golgota. Il carattere antieuropeo dell’Organizzazione degli Stati in Europa che essi creano è sempre più accentuato, da un lato nella gestione dei loro interessi mediante manovre bancarie, e dall’altro nell’imporre ai cittadini un’identità che, secondo Goethe, li rende servi che si prendono cura del successo nella lotta dialettica per bocconi più grandi a tavola. I servi non coltivano la terra della propria umanità per il Futuro. Non lavorano per il bene comune, non creano la cultura dell’amore per la verità umana che è sempre un po’ più lontano davanti a noi. I servi tradiscono Dio e se stessi in cambio di sussidi convenienti ma ignobili.
San Giovanni Paolo II non perdette la speranza che l’uomo e l’Europa potessero far ritorno al Principio della storia della verità e dell’amore e così rinascessero. La verità, infatti, non può essere sconfitta. Perciò né la ragione né la fede possono essere sconfitte. Cristo, che è la verità, continua a dirci: “Non abbiate paura! Io ho vinto il mondo”.
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