La rilevanza dell’enciclica “Dilexit nos”
Al termine del Sinodo sulla sinodalità, Papa Francesco non [...]
Al termine del Sinodo sulla sinodalità, Papa Francesco non [...]
Introduzione al libro Juan José Pérez-Soba, La caridad. El camino [...]
Discorso tenuto durante la presentazione del percorso "Noi siamo un [...]
As Pope Francis points out, a true pastoral and missionary conversion is urgently needed. In order to offer an accurate assessment of the present situation of the Church’s pastoral ministry, and to offer an effective proposal for renewal, it is necessary to consider first of all the pastoral care of Christ, the Good Shepherd. We will take Jesus’ dialogue with the Samaritan woman as our inspiration. We hope to show that for the grace of Christ to illuminate and transform our hearts and societies, we need an evangelizing pastoral care rooted in the truth of love. What was Jesus’ pastoral approach when addressing the Samaritan woman? The Lord “addressed her desire for true love, in order to free her from the darkness in her life and to bring her to the full joy of the Gospel” (Amoris Laetitia, n. 294). In this key passage of St. John’s Gospel, the truth of love is presented as an indispensable element and the guiding thread of Jesus’ pastoral ministry.
“Adelante, Pedro, con juicio, si puedes!” è l’espressione in spagnolo, diventata proverbiale, che Alessandro Manzoni, nel suo capolavoro I Promessi Sposi, mette in bocca al Gran Cancelliere spagnolo di Milano Antonio Ferrer, che si rivolge al cocchiere mentre la sua carrozza avanza circondata dal popolo in tumulto per la carestia, sopraggiunta alla peste. Il Dizionario curato da José Noriega e da René e Isabelle Écochard è un prezioso strumento intellettuale, scientifico, teologico, morale e pastorale per “andare avanti” (adelante), ma nella strada dell’autentico progresso (con juicio), quello che considera il sesso nella vita umana e cristiana né come un pericolo da cui guardarsi con sospetto, né come un divertimento privo di responsabilità, ma piuttosto come una dimensione costitutiva della pienezza umana, di quella vocazione all’amore, che è sempre intimamente legata al dono di sé nella comunione e alla fecondità.
Il libretto "Ti sarò vicino. Sulle tracce di Edith Stein: empatia e incontro col morente" di Guido Miccinesi qui presentato ci incoraggia a interpretare la nostra paura della morte alla luce del nostro amore per la vita. E noi amiamo la vita nella misura in cui in essa ci sono persone che amiamo e in quanto ci sappiamo amati. La principale preoccupazione dei morenti, quindi, non risulta essere così diversa dalla principale preoccupazione dei vivi, anche se a quel punto sarà molto intensificata. In effetti, sembrerebbe esserci una stretta corrispondenza tra il nostro modo di vivere e il nostro modo di morire. Vogliamo amare ed essere amati.
Il peccato come rifiuto di Dio e rottura dell’Alleanza introduce una logica di divisione e separazione che stabilisce una dicotomia tra amore e verità. In questo modo si ipotizza contemporaneamente un amore senza verità e una verità senza amore. Il primo si comprende a partire dal registro dell’emozione, mentre la seconda si comprende a partire dalla categoria della legge morale, che si impone alla libertà. È quindi necessario approfondire il mistero della redenzione, seguendo la via aperta da San Giovanni Paolo II, per spiegare come il bene vinca sempre il male.